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venerdì 25 settembre 2015

Music Review: Regina Spektor's Best Performances

Riprendiamo questa sorta di rubrica: oggi parlerò delle mie performances preferite della bellissima e talentuosissima Regina Spektor. Quando arriva l'autunno, mi riascolto sempre tutta la discografia di Regina in loop. Ha un che di autunnale in sé. Comunque sappiate che è stato difficile scegliere i pezzi per due ragioni: la prima è che Regina dà il meglio di sé live e la seconda è che adoro ogni singola canzone e ogni singolo album ma sarebbe stato un post lungo 10 pagine.

1. Hotel Song (feat. Jack Dishel)
Quanto sono carini marito e moglie insieme che cantano? Questa performance, oltre che per la bellissima canzone, la adoro perchè è molto rilassata e Regina non riesce a prendere il tempo col pubblico e le viene da ridere quando dal pubblico parte il coro. Carrrrrrinissima.


2. Us - Live @ The Interface
Va beh, questa canzone è meravigliosa e se non vi piace avete un cuore di pietra molto pesante e brutto. E, accompagnata dagli archi, Regina dà il meglio di sé in questa interpretazione di questo pezzo moooolto difficile da cantare.


3. That Time - Live in London
Ho sempre voluto il DVD del suo Live in London ma nessuno mai me lo regala, mannaggia. Comunque io adoro questa canzone composta da 4 note suonate alla chitarra dalla bellissima Regina, adoro soprattutto il testo: "Hey, remember that time we decided to kiss anywhere except the mouth?" Come si fa a non amarla!?


4. Dance Anthem of the 80s - Live @ Bonnaroo
Durante questa performance si vede che è agitatissima, ma è anche così carrrrina *_* Questo pezzo è probabilmente uno dei miei preferiti in assoluto di Regina, è così semplice ma con un testo così importante.


5. Your Honour - Live @ Bonnaroo
Sempre dallo stesso festival, arriva la punk Your Honour. Regina tutto puote, se decide di fare un pezzo punk lei può: sembra carina e coccolosa ma è una badass bitch.


6. All the Rowboats - Live @ Electric Lady Studios
E direttamente dall'ultimo album (che ormai risale al 2012!) la bellissima e oscura All the Rowboats. Gli Electric Lady Studios sono fantastici, quanti bei tappeti persiani.


7. Firewood - Live @ Poisson Rouge
Quant'è magica sta canzone? Il testo, la melodia, il bellissimo solo di piano. Da ascoltare assolutamente. Possibilmente davanti al caminetto.


8. Call them Brothers - Live in Paris
Questa in realtà è un featuring, una canzone di Only Son, ovvero Jack Dishel, ovvero suo marito. Ma è una bellissima canzone, e Regina la rende ancor più sublime.


E a voi piace la buona vecchia Regina? Non pensate anche voi che sia ora di un nuovo album? Io sì.

lunedì 21 settembre 2015

Series Review: Mozart in the jungle

Ho trovato il mio telefilm preferito di sempre. Non riesco a dirvi quanto mi sia innamorata di Mozart in the jungle. Lo ADORO, lo AMO, è bellissimo. E' talmente bello che non riesco a capacitarmene.
Dovete sapere che la musica classica è il mio grande amore, se tornassi indietro e se fossi mia madre, mi iscriverei al conservatorio in età molto prematura. Suonare in un'orchestra, anche di merda, sarebbe un sogno. Ma va beh, sentimentalismi a parte.

Cosa non è questo telefilm?! C'è tutto: commedia, dramma, comicità, romance, sesso. E' un perfetto cocktail di una sceneggiatura geniale (anzi, un adattamento geniale), di personaggi ben definiti, di attori fantastici e di musica perfetta. Non c'è niente di meglio della musica classica. Come non c'è niente di meglio di Gael Garcia Bernal. Non c'è. In quel piccolo uomo è racchiuso un immenso talento, e anche qui ce lo dimostra. Attore fantastico, poliglotta e poliedrico, è riuscito a dar vita al personaggio di Rodrigo ed è impossibile non innamorarsene.

E come non si potrebbe amare la protagonista Hailey, così normale da identificarsi con chiunque di noi giovini speranzosi di poter vivere delle nostre passioni. Solo che lei giustamente si fa il culo e arriva a chiedersi se l'impegno che ci sta mettendo per raggiungere il suo obiettivo, ovvero di suonare nella New York Philarmonic, sia davvero a portata di mano con un po' di fatica oppure no. E all'ultima puntata scopriamo che con il dovuto aiuto e supporto, Hailey ce l'ha fatta. Però anche io vorrei essere limonata da Gael Garcia Bernal. Con quel tipo di incoraggiamento penso di poter raggiungere tutti gli obiettivi che mi sono prefissata.




lunedì 14 settembre 2015

Book Review: Le mie letture estive

Torno sulla blogosfera per fare il punto della mia situazione di lettrice. Mi sembra di aver letto una quantità enorme di libri quest'estate, tanto per allontanare la depressione da lavoro. Ma in realtà non so quanti ne ho letti, quindi questo post serve anche a ricordarmelo.

*Dove il titolo è in lingua originale, è perchè il libro è stato letto in lingua originale

1. A BRIEF HISTORY OF TIME - S. Hawking. Ora, chi mi conosce sa che sono di un'ignoranza sconfinata in materie scientifiche. La mia ignoranza è sconfinata quanto l'universo. Però Hawking ha scritto questo libro anche per gli imbecilli come me e fino al capitolo 5 ho capito quasi ogni frase e grafico inserito nella narrazione. In soldoni, Hawking vuole far capire al mondo l'importanza di unire la meccanica quantistica alla teoria della relatività di Einstein. Perchè non sembra, ma risolverebbe un sacco di quesiti ancora aperti riguardo la storia dell'universo e, di conseguenza, il suo futuro.



2. THE OCEAN AT THE END OF THE LANE - N. Gaiman. Io adoro Neil Gaiman, se non fosse sposato con Amanda Palmer e se non fosse così vecchio me lo sposerei. Devo dire che questo romanzo non mi è piaciuto così tanto quanto mi piacque American Gods, ad esempio. Però è veramente adorabile. All'inizio sembra un'autobiografia dello scrittore che si ritrova nel suo vecchio paese natìo. Ma poi inizia il fantastico racconto della sua infanzia molto fantastica, per l'appunto. Questa cosa dell'oceano all'interno di una pozzanghera è la cosa più dolce dell'universo.



3. LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI - P. Giordano. Oi, dovevo ancora leggerlo. E l'ho fatto in circa 2 serate, prima di andare a letto. E' un libro di una tristezza infinita, per carità. I due protagonisti sono su due linee parallele che, di fatto, non si incontrano mai. Nonostante la tristezza, il libro è scritto in maniera molto sincera e senza tanti fronzoli, che lo rendono sicuramente molto immediato. Leggendo questo libro mi ero ripromessa di leggere solo letteratura italiana contemporanea per l'estate. Cosa che non ho per niente fatto perchè il libro successivo è stato...



4. NON TI MUOVERE - M. Mazzantini. Mamma mia, se il libro precedente era triste, questo è deprimente. E' il primo libro che leggo della Mazzantini. Per carità, la signora sa fare a scrivere e pure molto bene. Però minchia che storia di merda. E il protagonista è odioso, a dir poco. Un uomo di merda. Da qui ho deciso di abbandonare la mia iniziale decisione di leggere letteratura contemporanea italiana. Rischiavo il taglio delle vene.



5. THE FAULT IN OUR STARS - J. Green. Ho voluto leggere questo fenomeno mediatico che è diventato John Green con i suoi romanzi adolescenziali. E mi è piaciuto molto, questo romanzo. L'ho letto in qualche ora. Secondo me, Green scrive molto bene e in maniera leggermente post-moderna (ma proprio un piccolo accenno). L'unica critica che gli si può fare è che i due protagonisti sono improbabili. Improbabili nella loro sapienza e gestione della vita. Non sembrano due ragazzini. E per lo più americani (scusate, ho un tremendo pregiudizio sull'intelligenza dell'americano medio). Per il resto, l'ho adorato.



6. TO KILL A MOCKINGBRID - H. Lee. In occasione della grande nuova uscita della Signora Lee, ho deciso di leggermi finalmente il suo capolavoro. E in effetti un capolavoro lo è proprio: il punto di vista della bambina da cui è raccontata la vicenda, ti immerge completamente nella storia e ti fa vedere i fatti dal punto di vista dell'innocenza (che mai sfocia qui nell'ingenuità). Devo confessare che i primi capitoli non mi coinvolgevano per niente perchè non capivo dove volesse andare a parare. Ma superata questa difficoltà, l'ho divorato.



7. LETTERA A MIO FIGLIO SULLA FELICITA' - S. Bambaren. Questo libro mi è stato regalato e l'ho letto in qualche ora. Non è che mi sia proprio piaciuto, ma non mi ha neanche fatto schifo. E' però molto banale e credo sia stato scritto con l'intento di far versare qualche lacrimuccia e questo non gli fa molto onore.



8. DAS LAESST SICH AENDERN - B. Vanderbeke. In italiano si intitola "Si può fare". E' il primo libro che leggo della Vanderbeke, scrittrice molto prolifica e vincitrice del premio Bachmann un bel po' di anni fa. Questo libro racconta di una vita anti-capitalistica nella provincia tedesca: un rifiuto al consumismo e l'utopia di una vita idilliaca in un luogo ameno in totale condivisione con gli altri. Storia carina ma dal mio punto di vista molto superficiale nell'analisi dei rapporti tra i personaggi.



9. LA STANZA DI GIOVANNI - J. Baldwin. Adoro Baldwin e tutti i suoi romanzi e saggi letti finora mi hanno catturata dentro il loro vortice gravitazionale. Questo è uno dei suoi primi romanzi e l'ho adorato per la sua sincerità e schiettezza e perchè ha messo nero su bianco uno dei problemi maggiori dell'uomo bianco del XX secolo (e oltre): la repressione degli istinti e delle emozioni di qualsiasi tipo. Il protagonista David è un codardo che riesce benissimo a giustificare razionalmente ogni sua decisione di mascherare la sua vera identità. Un capolavoro.



Basta. Credevo di averne letti di più. In questo momento, con molta calma tra la preparazione di un esame e l'altro, sto leggendo Vita di Galileo di Brecht e The Angry Island di AA Gill. Non so quali siano le vostre abitudini, ma leggere due libri contemporaneamente è molto difficile. Dai, ditemi quali sono state le vostre letture (o visioni estive)!